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Follow Up #13

Era un anno esatto che non mettevo piede in day hospital, i controlli ormai si erano diradati tantissimo. si può dire che quasi mi ero dimenticata di essere ancora sotto controllo
Il primo febbraio ho avuto i soliti controlli annuali, i soliti esami strumentali, la solita ecografia e la solita radiografia al torace
a 22 anni in attesa nella sala di un reparto pediatrico, inizio a sentirmi sempre più fuori luogo, sono li che mi guardo intorno, vedo i bambini che corrono, i volontari che chiedono agli adolescenti se vogliono fare un laboratorio creativo nella saletta a fianco, mi guardo intorno e osservo meglio il nuovo centro dedicato ai tumori del sangue.
penso a sei anni fa, a quando ero nella saletta di un piccolo day hospital al primo piano, quando ancora non esisteva nemmeno il sogno di costruire un grande centro del genere distaccato dal corpo centrale del San Gerardo ma ben collegato con esso.
il dolore fisico e morale, nella mente umana sono associati tantissimo a certi luoghi, sapori, odori, che essere qui, in quel luogo, non mi lasciava dentro nessuna sensazione è come se per un momento non avessi davvero passato tutto questo.
inizio a sentirmi vecchia, fuori luogo. e questa sensazione la sento ancora di più quando durante il prelievo invece che la solita ansia che mi assaliva durante le terapie tanti anni prima, mi limito ad osservare estasiata  una nuova tipologia di ago batterfly che sta per usare l'infermiera di fronte a me.. "che figo!" penso, ha anche il dispositivo di sicurezza che dopo il prelievo copre in automatico l'ago evitando cosi il rischio di pungersi. 
e anche dopo il prelievo, capisco che nella mia testa sono sempre meno una paziente e sempre di più un'infermiera nel momento in cui in automatico mi viene da cercare un cestino per i rifiuti infetti nel quale vorrei buttare il cotone con cui ho tenuto schiacciato il sito del prelievo.. intorno a me vedo solo cestini normali, sono in una sala d'attesa piena di giochi per bambini, che cavolo mi viene in mente.. e mi viene un po' da ridere.
si fanno le 12:00, sono in ospedale da 4 ore quando finalmente la dottoressa mi viene a cercare e mi informa del fatto che ormai ho finito l'epoca degli esami strumentali.
sono passati 5 anni dallo stop terapia e ora è arrivato il momento dello stop al follow up.
la specializzanda mi manda a casa promettendomi una chiamata da parte della mia dottoressa che quel giorno non era presente in reparto, per avere una conferma da lei sull'effettivo stop ai controlli ( se proprio lo riterrà opportuno me ne farà fare soltanto un altro tra un anno) e l'eventuale relazione sul mio percorso di questi anni che mi invieranno non so se per email o per posta 
parlando con una cara amica anche lei curata nello stesso reparto, e anche lei mia futura collega, mi trovo d'accordo con quello che mi ha detto: "ora sarà un po' come tornare a camminare con le proprie gambe".. è vero che più passa il tempo e più tutto ciò che ho vissuto si Sfuma, e torna la vita normale ma se ci penso, sono 6 anni che l'ospedale fa parte della mia vita, insomma, non è che in questo periodo fossi riuscita ad immaginarmi davvero la mia vita dopo, libera anche dai controlli. è una sensazione strana ma CHE BEL TRAGUARDO!

Commenti

  1. è giusto che tutto sfumi e che ti possa godere questa "strana" ma piacevolissima sensazione! sì, BEL TRAGUARDO!
    <3

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